Líascensore era occupato. Gianni
si guardo’ le mani: fra le unghie della destra c’erano ancora tracce
di sangue. Quelle non se ne volevano andare, ma lui si’ e alla svelta.
Guardava insistentemente l’orologio, quasi a volerlo spingere a
correre di piu’ ma quello piu’ lo guardava e meno si muoveva; gli
sembro’ addirittura che ogni tanto si fermasse, probabilmente solo
per farlo morire. -L’hai scippato ad una vedova...? -Gli ripeteva
spesso Olga, col suo fare pesante. Quel grosso frigorifero non faceva
altro che sfotterlo per qualunque cosa. -Quella stronza, gia’...
- Rimugino’ Gianni, bestemmiando gran parte del paradiso insieme
a sua moglie. Solo che quella donna, quella... Cosa,
lo teneva per le palle. Aveva fatto la cazzata di dirle di quella
bravata di tanti anni prima. Non lo aveva mai detto a nessuno, ma
lei, be’ insomma, sapeva come farlo parlare... Grave errore. E lui
aveva dovuto rimediare. O meglio, Olga la strega aveva appena cessato
di rompere. Rantolando orribilmente lo aveva pregato, finalmente,
di salvarla. In cambio della vita gli aveva offerto tutto cio’ che
aveva, che era un gran bel mucchio di soldi, un malloppo che gli
aveva sempre tenuto nascosto e che gli avrebbe permesso di rifarsi
una vita in qualche paradiso fiscale senza estradizione. Gia’, una
grossa fortuna, se solo il tempo fosse passato un po’ piu’ in fretta.
Ma il tempo non era mai stato amico di Gianni: a trentacinque anni
ne dimostrava cinquanta, e piu’ non passava il tempo sul suo Timex,
e piu’ si sentiva vecchio. Olga era una strega, questo lo aveva sempre
saputo,e le streghe hanno dei poteri che non ti puoi nemmeno immaginare.
Le aveva promesso di risparmiarla e per la prima volta nella sua
vita era riuscito ad ingannarla, ancora non riusciva a crederci.
L’ ascensore apri’ le porte e si precipito’ al suo interno. Schiaccio’
con tanta foga il pulsante del piano terra che quasi si slogo’ il
dito ma quello si mise in moto e anche in modo sollecito. Incomincio’
a riprendere colore in viso non appena vide l’atrio del residence
inondato dalla luce del sole e usci’. Prese la metropolitana e si
allontano’ dal centro. Non appena fu buio, (e’ proprio vero che il
tempo e’ relativo...) si diresse verso la prima pensione che incontro’
all’uscita del metro’ e prese una stanza sotto falso nome. Ebbe solo
una richiesta:
un televisore. Entro pochi minuti ci sarebbe stato il notiziario
e voleva sapere se avevano trovato Olga. Si sedette sulla poltrona
e guardo’ l’orologio. Era l’ora giusta. Mancava solo un minuto. Ma
quel dannato minuto non passava mai e lui invecchiava a vista d’occhio.
Sembrava avesse duecento anni quando sullo schermo televisivo apparve
sorridente quella che poteva essere la pronipote di Olga, annunciando
un documentario su ... E
chi se lo ricorda piu’? Gianni rimase a bocca aperta. Le stanche
membra di un uomo vecchissimo ricaddero sulla poltrona, i capelli
bianchi sulle spalle ossute e il telecomando, dalle pile esaurite
da mezzo secolo precipito’ al suolo andando in mille pezzi.