-Sapete, questa è la situazione
più ridicola in cui mi sia mai trovato... Dovessi
raccontarla non mi crederebbe nessuno! -
-Puoi sempre provare... -
-Dall’inizio? -
-Dall’inizio. -
-Dunque, era sera. Alla tivù non facevano niente di interessante,
ero solo perchè Elena, mia moglie, era a casa dai suoi, sapete,
suo padre, mio suocero non sta molto bene... -
-Potrebbe essere più stringato? -
-Certo, certo... Andai in salotto a vedere se ci fosse qualche vecchio
libro per bambini. Una volta credevo che ne avrei avuto, ci credevo
proprio... -
-Non ha importanza. -
-Scusate... - Si asciugò la fronte sul muschio di un albero.
-Dunque, trovai una fiaba... Un grosso tomo, non so chi lo scrisse...
-
-Tomo?-
-Sė, tomo, libro... Volume.
-
-Ho capito, vada avanti. -
-Parlava di un’antica leggenda, e guarda caso riguardava questi
luoghi. Questi sono posti che credevo di conoscere bene, e allora
mi appassionai alla lettura e non riuscii a smettere finchè non
l’ebbi finito... Ah, scusate, mi potreste allentare un attimo i
legacci alle mani? Mi fanno un po’ male... -
-No, non credo sia possibile... -
-Be’, grazie lo stesso... -
-Le pare? -
Un grosso fuoco illuminava la scena e un frizzante odore di resina
bruciata profumava l’aria.
-Dove ero rimasto? Ah, sì. Quel libro... Parlava dei folletti, quei
piccoli e graziosi omini del bosco... Ne descriveva le abitudini,
la vita quotidiana, gli usi e i costumi... -
-Taglia corto. -
-Io sono venuto qui convinto che esistessero. E che fossero buoni!
-
Un sorriso sarcastico illuminò le faccette grinzose dei piccoli
gnomi del bosco. -Mai credere ai vecchi libri dimenticati sugli
scaffali del salotto... -
E un grosso pentolone venne posto sul fuoco -