UN CLIC NEGLI OCCHI (2005)


Al tavolino di fronte non c’era ancora nessuno.
La gelateria era quasi deserta e la sua granita alla fragola stava squagliandosi velocemente. Già...pensò e sospirò.
Ma perchè ci metteva su il cuore così ogni volta?
“Non sono bella, nel senso che se passo non si girano tutti a fischiare...
Ehi, nemmeno io sono Brad Pitt...
Ah ah ah, dai però hai una bella voce...”

E il cuore che comincia ad accelerare i battiti, come se fosse la nave di Ben Hur. Fino a quel momento va sempre tutto bene, sei anche disinvolto e intraprendente.
"Allora, ci vediamo da Maroncelli?
Maroncelli? La graniteria? Va bene... A che ora?
"
Già, che ora? Considerando che i mezzi pubblici sono quelli che sono e che in quel momento hai sempre da fare per almeno un’ora, si arriva di solito alla stessa conclusione, tanto che hai sempre pronta anche la stessa vecchia battuta, che tiri fuori, ci soffi via la polvere e spari.
"Che ne dici alle nove? Se non ci piacciamo possiamo tornare a guardare la tv...
Ah ah ah, vero... va bene.

Come ti riconosco?"
Ecco qui, il primo momento cruciale. Solo nei film si usano i fiori all’occhiello, oppure la rosa a gambo lungo posata di traverso sul tavolino del ristorante. Nelle conoscenze da chat ci si tiene tutti sul vago, in modo tale da favorire la fuga. Se la tipa ti da qualche particolare generalmente è un buon segno, oppure uno scherzo ben architettato.
Avrò una gonna rossa e un top bianco. Tu non dirmi niente, mi piacciono le sorprese...
Ahi. Gonna rossa, magari corta e top bianco. E dai, magari trasparente! Oppure uno di quelli corti che lasciano poco alla fantasia, tagliati appena al di sotto del seno... No, qui tira aria di presa in giro.
"Gonna rossa e top bianco? Wow, alle nove allora..."
clic

Guardi l’ora e tutto il tempo che pensavi di avere improvvisamente ti crolla addosso e allora ti butti sotto la doccia e ti ricordi che lo shampoo sta finendo. Poi ti vengono fuori tutti i pensieri più catastrofici, legati sempre e curiosamente al fatto che lei, una volta conosciuta non voglia tornare subito a vedere la tv.
"E dopo? Dove la porto? Per il primo appuntamento è meglio restare alla gelateria e poi accompagnarla alla macchina? Perchè loro ce l’hanno tutte la macchina, mica come me..."
Cosa mettersi? Dopo varie prove, ormai per appuntamenti del genere stabilisci uno standard. Mai troppo elegante, sembreresti un manichino che tenta di vendersi e mai trasandato, a meno che tu non abbia la faccia di Kurt Cobain, ma allora non avresti bisogno di trovare qualcuna in chat e basta...
Seduto al tavolino si dette un’occhiata dall’alto in basso. Maglietta tipo lacoste blu, pantaloni chiari di cotone e scarpe di camoscio. Calzino scuro. Sì, lo so, andrebbe lungo, ma fa troppo caldo. E poi se non le piaci per il calzino corto, be’, che vada tranquillamente a... Insomma, il vestito è l’involucro, la carta col fiocco, ma sei tu il regalo. Già. Sorrise un po’ imbarazzato, poi si calmò. Era tutto a posto, impeccabile. Ma a casa ne hai cambiate dieci, di magliette e i pantaloni, be’, avresti voluto metterti quelli azzurrini ma cavolo, proprio una macchia sul ginocchio dovevano avere?
Ancora una sbirciata all’orologio. Le donne arrivano sempre in ritardo, anche le puntuali. Si vede che è la prassi normale, oppure è la solita sfiga. Magari non viene neppure, oppure è venuta, ti ha visto da solo al tavolino ed è andata via davvero.
Cosa fanno stasera alla tv?
Dai, non è mai successo... Ci si vede sempre, magari si passano dieci minuti spiacevoli e poi ci si saluta.
"Scrivimi, eh?
Non sparire tu, sei simpatico...
Certo, ci si vede in chat.
"
Erano le nove e mezza quando facendo finta di aggiustarsi i pantaloni si alzò e fece un rapido giro d’occhiate per il locale e la vide.
"Top bianco, di quelli tagliati sotto il seno e cavolo, sotto non ha nient’altro. E’ pure mezzo trasparente, e la gonna... E’ una minigonna rossa a pieghe, di quelle che se c’è un po’ di vento si solleva come una trottola. Seduta al tavolo in fondo al locale, sotto al poster del campari. Ha una granita alla fragola davanti, come la mia.
Che si fa? Mondo cane, magari starà pensando che le ho tirato il pacco. E’ mezz’ora che aspetta, come me... però anche lei, non chiedermi niente di me. Però le avrei detto dei pantaloni azzurri, già. Sarebbe stato un guaio in più. Cosa faccio, vado?
Se passo non mi fischiano dietro... Ma a cosa è abituata, ad Hollywood? E’ carina, ha un bel viso ed è fatta bene. I capelli scuri, mossi, nè troppo lunghi nè corti. E’ la classica tipa che appena ti vede ha come un clic negli occhi. Era già successo e te ne accorgi subito e vorresti andare via immediatamente. Invece quelle che hanno un clic negli occhi ti fanno un sacco di domande, perchè quelle col clic negli occhi sono generalmente belle ragazze consapevoli di esserlo e sanno che pochi sono quelli che si sentono alla loro altezza. Ti vorrebbero mettere a tuo agio e invece ti ammazzano piano piano..."

Posò la granita completamente sciolta e si concentrò sul suo viso.
"Prima o poi si volta, e mi vede. Non posso andare lì... Con che faccia? Ciao, sono Claudio, quello della chat. No, non funzionerebbe... dai, un po’ di telepatia, se ti concentri qualcosa le arriva senz’altro. Sto trasmettendo in tutto il mondo, dai, non puoi ignorare questo flusso di informazioni... E se poi si volta e mi guarda? Sorrido, come sempre. Già, il sorriso. Poi qualche gesto, il solito “ma dai, sei tu?” mimato con le mani e le sopracciglia, lei e tu che vi alzate, vi risiedete e poi ti alzi tu e vai al suo tavolo. Fine del gioco..."
Poi ebbe l’idea, che ogni volta sembra geniale e che ogni volta ti passa di mente.
"Il cellulare!!! Ecco, l’altra volta con Veronica l’ho usato... Uno squillo e basta. Se lei apre la borsa per rispondere ti muovi, se no molli gli ormeggi e via. Perchè non c’ho pensato prima? Lascia perdere... Come con Veronica".
Prese l’apparecchio.
"Maledizione, è spento! La batteria, lo sapevo che mi avrebbe fregato... dava due tacche ma... La prossima volta la compro al lithio... Ma che sfiga!"
Lo accese, fece scorrere l’agenda e trovato il suo numero la chiamò. Uno squillo, due. Stop.
La batteria regge. Poi un flash. Ma quello chi è?
Al tavolo della bionda si era seduto un tipo. Giacca scura, maglietta nera e jeans stracciati.
"Kurt Cobain, ma non era morto, accidenti a lui? Lei gli sorride e gli da la mano. Bravo stupido, lei crede che lui sia te e se quello è furbo e capisce sta al gioco e vai. Certo, come si fa a competere con quello lì? Porca puttana, ma che sfiga... Ma da dove è uscito quello?"
I due si alzarono dal tavolo e lui le mise la mano sui fianchi e l’accompagnò fuori. Li seguì con gli occhi ma si fermò quasi subito, quando vide quei capelli nè troppo lunghi nè corti, scuri, che sparivano sul sedile anteriore di una porsche gialla cabriolet.
Fine del sogno. Poi il cellulare, prima piano, poi insistente.
"Ma chi cavolo rompe adesso?" Sbuffò, deluso e guardò lo schermo del telefono.
"Stefania? Lei?" Un tuffo al cuore.
-Pronto, Claudio? Perchè hai tenuto il cellulare spento? E’ tutta la sera che ti cerco... Scusami, sai, non posso venire stasera... Sei già alla graniteria? Ma anche te, cavoli, potevi tenerlo acceso... Adesso ho visto finalmente una tua chiamata persa, ma ero in bagno... Una serataccia, sai? -
-Sì si.. E quello della porsche? -
-Quale? -
-Lascia perdere... Perchè fai tutta questa scena? -
-Che scena? Mi prendi in giro? -
-T’ho vista stasera, e sei andata via con un tipo con la porsche. Salutamelo, dai, lo so che è lì con te. Fatevi due risate alla faccia mia... -
-Smettila, dai. -Rise. - Non è colpa mia, sei tu che avevi il telefono spento. Cos’è 'sta storia? Mi ero fatta pure i colpi di sole... -
-Colpi di sole? -
-Sì, colpi di sole.. perchè? -
Poteva essere davvero andata così? "Ma allora chi era quella... ?"
-Ma scusa, sei bionda? -
-Castana molto chiara, perchè? -
- Niente, scusa... - Sorrise e ripensò immediatamente ai pantaloni azzurri che erano ancora in lavatrice. "Cosa ci metto sopra?"
-Allora alle nove domani? -
-Alle nove... -

 

FINE



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